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Apriamo un lager per disabili e invalidi

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Avrei una proposta per il Governo e per i politici dell’ultima ora -Lorenzin, Renzi, Letta ecc. ecc. – : dato che a quanto sembra disabili e invalidi sono un peso insostenibile per questa nazione facciamo come fece a suo tempo Adolf Hitler con il suo Aktion T4, eliminiamoli con una bella eutanasia o rinchiudiamoli in un lager dove lasciarli morire.

lager-aktion-T4Che ne dite? In fondo non è che ci siamo tanto lontani anche se per i disabili il lager è rappresentato dalle mura domestiche o dalla impossibilità di farsi curare adeguatamene. Tanto vale farli fuori direttamente.

Se costringiamo una povera donna anziana e malata di cancro a spendere 80 euro al giorno in un taxi che la porti a fare la radioterapia nel centro più vicino (a 50Km) senza fornirgli un mezzo che invece l’accompagni come sarebbe un suo Diritto, a quella donna la condanniamo a morte perché non se lo può permettere con la sua misera pensione (succede a pochi metri da casa mia e quindi ne sono testimone diretto, ma sono migliaia i casi). Se tagliamo a man bassa i servizi ai disabili e agli invalidi, che prendono la miseria di 286 euro al mese, di fatto li condanniamo a morte. Se per mere ragioni politiche neghiamo loro le cure con le staminali, di fatto li condanniamo a morte. Se diciamo che per la prima volta la legge di stabilità non taglia niente alla sanità quando, a ben guardare, non è affatto vero e i servizi ai disabili e agli invalidi sono quasi azzerati, di fatto li condanniamo a morte.

E allora, perché farli tribolare tanto e dar loro (mi ci metto pure io) una morte lenta e dolorosa? Facciamoli fuori subito o richiudiamoli tutti in un bel lager. I vantaggi sono molteplici. Risparmieremo i 286 euro mensili che gli diamo convinti che bastino per sopravvivere, non daremo più loro qualche medicina gratis, non li avremo sempre intorno a lamentarsi del fatto che pensiamo più agli immigrati che a loro, faremo contenti i vaticanisti che non approvano le cure con le staminali ma soprattutto ci libreremo di un peso enorme per la società.

Certo, poi non potremo più dare la colpa a loro di tutto il disastro  in cui si trova la sanità nazionale, dovremo iniziare a guardare dove veramente sono gli sprechi, dovremo iniziare a far domande sul perché una siringa a Napoli costi 10 volte di più che a Milano (il mio è solo un esempio generico n.d.r.) e forse dovremo pestare i piedi agli amici degli amici.  Ma volete mettere?

E che dire dei vantaggi sociali? Pensate a quelle famiglie che hanno in casa un disabile o un invalido, costrette a spese assurde anche solo per tenerli in una struttura di lungodegenza. E voi pensate che un assegno mensile di 286 euro al mese a cui si aggiunge, nei casi più fortunati, una indennità di accompagnamento di meno di 500 euro possa bastare (peraltro considerati come un reddito dall’ultima finanziaria, beffa delle beffe)? Vanno via in dieci giorni, poi è la famiglia che deve pensarci. Se eliminiamo gli invalidi e i disabili liberiamo anche le loro famiglie che potranno così tornare a spendere.

Visto, ho cercato di ragionare in politichese o, peggio, da burocrate. La realtà è che questo Paese considera i disabili e gli invalidi alla stregua di un peso morto, qualcosa di estraneo. Certo, è bello parlare di Ius Soli, di Diritti delle coppie di fatto e di tutte quelle belle cose che ha detto di recente il neo segretario del PD. Tutte cose sacrosante, per carità. Ma del fatto che diversi milioni di invalidi e disabili vivano una situazione letteralmente infernale non frega un cavolo a nessuno. D’altra parte un disabile è difficile che vada a votare e non sempre gli viene garantita la possibilità di farlo da casa. Che ve ne frega a voi? Avete messo talmente tanti balzelli che per qualsiasi cosa un disabile o un invalido è costretto a rivolgersi a un patronato, che poi fanno tutto gratis solo fino a un certo punto.

La mia è una provocazione? Fino a un certo punto. La realtà dei fatti, che vivo in prima persona, mi dice che per sopravvivere in questo paese chi è invalido o disabile deve fare affidamento sui propri cari, sempre ammesso che ne abbiano la possibilità e con tutte le conseguenze che ne derivano. E se disgraziatamente sono soli alla fine sono fatti loro. La settimana scorsa a Fano (provincia di Pesaro e Urbino) un anziano è morto di freddo in casa sua, assiderato, mentre i disabili muoiono per chiedere un loro Diritto. Siamo nel 2013, in Italia, un Paese ritenuto civile.  E voi parlate di Ius Soli e altre menate del genere.

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